Il finale di Daitarn 3 nel 40esimo episodio ha sempre lasciato perplessi gli appassionati della serie. Il motivo? Il tanto celebrato pilota del Daitarn non è affatto il paladino perfetto che molti credono. Dietro la conclusione dell’anime si nasconde infatti una verità ben più complessa e amara, che getta una nuova luce sulla figura di Haran Banjo e sul suo destino dopo la battaglia finale.
Haran Banjo non è l’eroe che tutti pensano
Terminato lo scontro conclusivo, Haran Banjo svanisce nel nulla. Tutti sono convinti che continuerà la sua crociata in difesa della Terra, ma la realtà sembra un’altra. Per capirlo, bisogna tornare indietro nel tempo, al 1980, quando L’invincibile Daitarn 3 viene trasmesso per la prima volta in Italia grazie alla ITB (Italian TV Broadcasting). In quella versione, il doppiaggio stravolge numerosi dialoghi e sfumature dell’originale giapponese.
Solo nel 2000 arriva un nuovo adattamento, curato da Dynamic Italia, molto più fedele alla versione nipponica ma poco conosciuto dal pubblico. Ed è proprio qui che si scopre una verità scomoda: Haran Banjo non combatte per nobili ideali, bensì per motivi personali.
Il protagonista ha infatti dichiarato guerra ai Meganoidi spinto dall’odio verso il padre, lo scienziato Haran Sozo, creatore di quella stessa razza androide. Sozo aveva abbandonato la moglie e la sua famiglia, e la tragedia si era completata quando i Meganoidi avevano ucciso sia la donna sia il fratello di Banjo. In questa prospettiva, la lotta di Haran Banjo non appare più come una battaglia tra bene e male, ma come un regolamento di conti personale. I Meganoidi, visti così, sembrano più vittime che carnefici: esseri che tentano solo di difendersi da una minaccia
L’episodio 40, dunque, non è soltanto il finale di una serie robotica, ma un dramma umano fatto di rabbia, colpa e solitudine. Una storia che, ancora oggi, divide gli spettatori tra chi vede in Haran Banjo un eroe tragico e chi lo considera un uomo distrutto dal proprio passato.
Cosa succede nell’episodio 40 di Daitarn 3
Il quarantesimo episodio di Daitarn 3, intitolato “La disfatta di Koros e Don Zauker / Daitarn scompare nell’aurora”, rappresenta il culmine della serie e allo stesso tempo la sua parte più enigmatica. Tutto si apre con un confronto tra Koros e Don Zauker, i due principali esponenti dell’Impero dei Meganoidi.
Koros, comandante carismatica e glaciale, espone le sue preoccupazioni per la guerra contro Haran Banjo, l’uomo che ha sottratto il robot Daitarn dalla loro base marziana. Di contro, Don Zauker, il capo supremo dei Meganoidi , appare come una figura inquietante: un corpo immobile, quasi un simulacro, con un cervello racchiuso in una cupola di vetro. Non parla nel modo tradizionale, ma comunica con Koros attraverso misteriosi impulsi che solo lei riesce a comprendere.
A differenza di quanto molti pensano, Koros non sembra desiderare la conquista della Terra. Il suo obiettivo è piuttosto quello di trovare un pianeta dove i Meganoidi possano vivere senza entrare in conflitto con gli esseri umani. Tuttavia, per impressionare e forse intimorire i terrestri, decide di avvicinare Marte alla Terra. Banjo interpreta questa mossa come un gesto disperato, un piano suicida destinato a provocare la distruzione di entrambi i pianeti.
La squadra del Daitarn si prepara così a quella che sarà la loro ultima, drammatica battaglia.
La battaglia finale e il sospetto che Don Zauker sia il padre di Haran Banjo
Il piano di Banjo è audace: penetrare su Marte, disattivare il gigantesco propulsore che ne regola l’orbita e distruggere la fortezza dove si nasconde Don Zauker. Eliminando il loro leader, pensa che i Meganoidi resteranno senza guida e sarà più semplice porre fine al conflitto. Mentre Reika, Beauty, Toppy e Garrison combattono nei cieli contro le flotte nemiche, Banjo atterra sul pianeta rosso e raggiunge il castello di Don Zauker. Qui affronta Koros, ferendola gravemente. È in quel momento che avviene l’imprevedibile: Don Zauker, che finora aveva comunicato solo tramite segnali, comincia a parlare. La sua voce risuona potente, forse spinta dalla paura di perdere Koros.
In un passaggio ricco di mistero, Zauker rivela di ricordare Haran Banjo da bambino. Ma come è possibile che un meganoide possa avere un ricordo umano?
Da qui nasce una delle teorie più affascinanti e discusse fra i fan: secondo alcuni, Don Zauker non sarebbe altri che Haran Sozo, il padre di Banjo, trasformato in meganoide. L’autore Yoshiyuki Tomino non ha mai confermato né smentito questa interpretazione, lasciando che il dubbio alimentasse il fascino della serie.
Spinto dalla collera e dalla disperazione, Don Zauker muta forma e si trasforma in un essere gigantesco, di dimensioni persino superiori a quelle del Daitarn 3. Considerando che il Daitarn misura circa 120 metri, Zauker raggiunge proporzioni colossali, cinque volte maggiori. La battaglia che segue è una delle più spettacolari dell’intera saga: Banjo richiama il suo robot e affronta il mostruoso nemico in uno scontro all’ultimo raggio.
Durante il duello, Banjo ode la voce del padre che cerca di incoraggiarlo. Ma l’odio e il rancore che prova lo spingono a rifiutare quel richiamo, concentrandosi solo sulla distruzione del suo avversario. Pieno di rabbia, convoglia tutta l’energia del Daitarn in un potente fascio solare che disintegra Don Zauker. Koros, ferita a morte, assiste alla scena e muore poco dopo, pronunciando le sue ultime parole.
Nella versione italiana trasmessa negli anni ’80, la scena conclusiva è stata pesantemente modificata: Banjo esclama infatti “Hai avuto ciò che meritavi, maledetta!”. Tuttavia, nella versione originale giapponese, le sue parole sono ben diverse: “Che cosa ho fatto?”.
Questa semplice frase cambia completamente il significato del finale. Dopo aver distrutto i suoi nemici, Banjo non appare come un vincitore, ma come un uomo tormentato dal rimorso. Il suo volto è segnato dalla tensione, il sudore gli scende sulla fronte e il suo sguardo è vuoto: segni visivi che, nel linguaggio dell’animazione giapponese, esprimono la consapevolezza di aver commesso un errore.
Il suo trionfo si trasforma così in un atto di dolore. Haran Banjo non ha vinto una guerra: ha soltanto consumato la sua vendetta personale, distruggendo anche l’ultimo legame con la propria umanità.
Il mito di Haran Banjo rimane sepolto nel finale di Daitarn 3
Nelle battute finali della serie, l’immagine del Daitarn che fluttua nello spazio rimane impressa come un simbolo malinconico. Dopo aver attivato i propulsori di Marte e invertito la traiettoria del pianeta, Banjo osserva la sua creazione scomparire lentamente nel buio del cosmo. Marte si allontana, forse destinato a collidere con un altro corpo celeste. È l’ultima volta che il pubblico vede il leggendario robot e il suo pilota.
La scena successiva ci riporta sulla Terra, nella villa di Haran Banjo. L’alba illumina la casa, ma l’atmosfera è tutt’altro che serena. Toppy, Beauty e Reika si congedano in silenzio, come se la battaglia appena conclusa avesse lasciato un senso di vuoto e inutilità. I tre sembrano quasi voler prendere le distanze da Banjo e da una guerra che, forse, non ha portato a nulla.
L’ultimo a partire è Garrison. Esce con passo tranquillo, raggiunge la fermata dell’autobus mentre inizia a cadere la pioggia. Apre l’ombrello, batte un piede sull’asfalto e pronuncia le celebri parole: “Uno, due, tre, Daitarn 3!”
Ma questa volta nessuno risponde. Nessuna luce, nessuna comparsa del robot. Garrison sale sull’autobus e se ne va, mentre nella villa rimane solo una finestra illuminata: un segno di vita o forse un ultimo addio.
Il finale di Daitarn 3 è volutamente ambiguo e aperto a infinite interpretazioni. L’autore, Yoshiyuki Tomino, ha più volte dichiarato di aver voluto lasciare spazio all’immaginazione degli spettatori. Che ne è stato di Haran Banjo? È rimasto davvero da solo nella sua dimora, schiacciato dal peso delle proprie azioni? E che fine ha fatto il Daitarn 3? Rimane nascosto nella sua base o è scomparso nell’universo assieme ai Meganoidi?
Domande che, ancora oggi, continuano ad alimentare il fascino e il mistero di una delle serie più amate dell’animazione giapponese.
Leggi la biografia di Yoshiyuki Tomino su Wikipedia
Leggi anche il nostro approfondimento su “Daitarn 3: le origini di Beauty e Reika, le assistenti di Haran Banjo“
